“..e adesso cosa facciamo?..e adesso cosa fate...?”
Domande che ci vengono rivolte, con una certa frequenza in questi ultime settimane, dopo che la Bayer ha acquistato (per la modica cifra di 66 miliardi) la Monsanto, dando così vita a un colosso che controlla gran parte delle sementi, dei pesticidi e delle medicine. Settori che stanno vedendo la fusione di altre grosse multinazionali DuPont con Dow Chemical, Syngenta con ChemChina e che quindi tende a concentrare nelle mani di pochi (e potenti) settori cruciali per il nostro vivere.
Certi, dinnanzi a questi enormi movimenti di potere e denaro la domanda sorge spontanea..
“..e adesso cosa facciamo?..e adesso cosa fate...?”
Beh noi continuiamo a fare ciò che abbiamo sempre fatto.. recuperiamo, coltiviamo, selezioniamo, cerchiamo di migliorare dal punto di vista genetico rendendo più resistenti e produttive le varietà antiche..locali..tipiche.. riproducibili.. cioè
quelle sementi che ci hanno lasciato i nostri padri, i nostri nonni e che abbiamo il dovere di donare ai nostri figli e alle future generazioni.Sementi riproducibili, quindi non manipolate in qualche laboratorio, non modificate per renderle più adatte a metodi di coltivazione finalizzati solo al massimo profitto e alla massima resa (con abbondante uso di pesticidi, concimi chimici, ormoni ecc.).
Sementi riproducibili coltivate in modo sano e sostenibile, selezionate in campo (in modo partecipativo) e capaci di fornire un seme “tramandabile” di generazione in generazione
(a differenza degli ibridi, dei super ibridi, dei CMS “costruiti” dalle multinazionali che devono essere acquistati ogni anno)Sementi riproducibili dai sapori unici e vari, capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici e alle diverse condizioni di terreni e clima, che amano sinergia e consociazioni.
Semi riproducibili che amano essere scambiati, condivisi, donati.. per far si che grazie alla biodiversità si costruisca una comunità di coltivatori e contadini che condividono non solo i semi, ma anche conoscenze, saperi e una bella energia.
Crediamo che i due progetti che abbiamo avviato e che stiamo portando a termine in questo 2016 siano la risposta migliore che possiamo dare a chi vede nelle mega fusioni tra multinazionali del settore agro-chimico-sementiero, il capolinea di ogni agricoltura sana, indipendente e bio-diversa. (e quello che stiamo facendo noi è portato avanti anche da tantissime altre associazioni, gruppi e realtà italiane e non)
Il progetto “l’orto di nonno Mario” fatto con la scuola di Soranzen (Cesiomaggiore BL) e il progetto di “miglioramento genetico partecipativo” di varietà antiche, locali, tipiche e riproducibili” oltre a darci tante belle soddisfazioni e sensazioni, crediamo siano importanti momenti di divulgazioni (di conoscenze, saperi, esperienze) e costruzione condivisa.
Delprogetto con la scuola di Soranzen abbiamo già parlato a lungo, ma vista la gran bella esperienza fatta ci piacerebbe molto coinvolgere anche altre scuole nel progetto, unendo la coltivazione dell’ orto (biologico e con sementi antiche) con momenti dedicati alla realizzazione e degustazione di pietanze. Inoltre, nell’ambito di “chiamata a raccolto 2016 (che si terrà a Sedico-BL- domenica 27 novembre) stiamo pensando a momenti dedicati ai bambini e alle scuole.
Per quel che riguarda il progetto di “miglioramento genetico partecipativo” possiamo dire che l’entusiasmo dei 20 partecipanti e l’annata particolarmente favorevole alla coltivazione del fagiolo, ci ha dato dei risultati davvero ottimi, sia per quel che riguarda la qualità del seme ottenuto che la quantità
Gli appezzamenti per la selezione e il miglioramento genetico partecipativo delle varietà di fagiolo sono sparpagliati in varie zone del territorio dolomitico, dal primiero al cadore, dallo zoldano al feltrino, dal bellunese a Quero e all’alto vicentino. Per quel che riguarda invece la sola “moltiplicazione” (con selezione in campo della semente) i partecipanti sono stati diverse decine e le località di coltivazione hanno toccato paesi e luoghi di veneto, friuli e trentino.
A ogni selezionatore sono stati consegnati i fagioli per seminare circa 100 tutori (su ogni tutore è stato fatto arrampicare un solo fagiolo per poterlo studiare e catalogare al meglio). Il progetto ha visto una serie di incontri informativi e formativi di condivisione di esperienze e problematiche sia in aula che in campo. Sempre in campo una lezione teorico pratica dell’agronomo Luca Conte, molto utile e illuminante. Ogni pianta di fagiolo è stata identificata e segnata in base alla sua precocità, salubrità, produttività, vigoria e in base a questi (e altri) parametri scelta o meno per fornire i semi
In questa fase siamo in pieno raccolto. Vengono raccolti i baccelli secchi solo dalle piante selezionate (le altre forniscono invece fagioli da degustare e assaporare).
Dopo la raccolta i baccelli vengono lasciati qualche giorno al solo, poi vengono sgrananti, selezionati e fatti asciugare qualche altro giorno all’ombra. Poi si passano in congelatore per almeno una decina di giorni
Le varietà che abbiamo selezionato sono le seguenti:
fagiolo BONEL (recuperato e tipico della zona di Fonzaso) fagiolo alto, produttivo, ottimo sia fresco che secco. Fiori bianchi, baccello giallastro. Fagiolo bislongo, tendente al piatto. Da fresco è bianco, poi colore crema. Buccia fine, sapore delicato
fagiolo GIALLET (tipico della valbelluna) fagiolo alto, tendenzialmente piccolo, tondeggiante. Fiori bianchi, baccello giallastro, fagiolo tondo, piccolo e giallo. Buccia fine e sapore delicato
fagiolo RIGA d’ OROè un borlotto molto coltivato in valbelluna (ma anche in altre zone es. Posina). Fagiolo alto, molto produttivo. Fiori bianchi e baccello tendenzialmente striato di rosso. Fagiolo tondeggiante (ma varia facilmente di forma) color crema di fondo con una striatura (a chiocciola) color giallo scuro-marrone. Buccia fine, molto buono
fagiolo BALA ROSSA feltrina è un ottimo borlotto molto coltivato in valbelluna. Fagiolo alto, molto produttivo. Fiori bianchi e baccelli striati di rosso vivo. Fagiolo tondeggiante, sfondo bianco rosato e striature rosse. Buccia fine e molto buono
fagiolo di SANT’ANTONIO varietà poco nota, alta e tendenzialmente tardiva. Fagiolo bianco, leggermente allungato, con chiazza (che ricorda vagamente un frate) nera in corrispondenza dell’ilo.
Fagiolo BIANCHET fagiolo basso, recuperato in zona Arten-Fonzaso dove un tempo veniva coltivato sotto le viti. Molto precoce e di buona produzione. Fiore bianco, baccello giallognolo, fagiolo tondo e bianco, buccia fine e sapore delicato
fagiolo MASELETA ROSSA (guancia rossa) fagiolo recuperato a Fonzaso. Alto tendenzialmente tardivo Fiori bianchi e baccello giallastro. Fagioli grossi, tondi, per metà bianchi e per metà rossi.
Fagiolo della SUORA fagiolo alto con fiori bianchi e baccello giallognolo striato. Il seme è tondeggiante metà bianco e metà nero
Per il progetto di moltiplicazione dei fagioli varietà antichi, tipici e locali sono invece state individuate una trentina di varietà tra le quali:
tegolina bisbolada (o dell’abbondanza), fagiolo basso
Fumolet, borlotto precoce, bianchet alto, Monachella, fagiolo del frate, borlotto antico, fagiolo dalla riga blu, fasole bianche e colorate, fasol macià, fasol de la bareta, rossoni del cadore…Tutti i fagioli (oltre 40 varietà) della mostra del gruppo Coltivare Condividendo e i risultati del progetto di selezione partecipata verranno illustrati durante CHIAMATA A RACCOLTO 2016 che anche quest’anno si terrà a Sedico (BL) presso Villa Patt, domenica 27 novembre. In quell’occasione arriveranno nel bellunese una serie di gruppi, associazioni e realtà di “salvatori di semi” che mostreranno le loro collezzioni, scambieranno e doneranno le loro preziose sementi.. per stimolare sempre più un coltivare sano, sostenibile, biologico (senza chimica di sintesi) e incentrato sulla biodiversità..su sementi non manipolate ma adattate a climi e situazioni.. perché..
LE SEMENTI NON SONO DELLE MULTINAZIONALI.. NON SONO DEI GOVERNEI E NEMMENO DEI CONTADINI..
LE SEMENTI SONO DEI BAMBINI…..